Videosorveglianza: sanzionata un’azienda di abbigliamento. Telecamere violavano Regolamento, Codice privacy e Statuto lavoratori – Garante della Privacy Provvedimento del 2 marzo 2023

Videosorveglianza: sanzionata un’azienda di abbigliamento. Telecamere violavano Regolamento, Codice privacy e Statuto lavoratori - Garante della Privacy Provvedimento del 2 marzo 2023

50 mila euro di sanzione sono state comminate dal Garante privacy a un’azienda di abbigliamento per aver installato sistemi di videosorveglianza in violazione del Regolamento europeo, del Codice privacy e dello Statuto dei lavoratori.

L’indagine del Garante è partita a seguito della segnalazione di un sindacato che lamentava il trattamento illecito di dati personali attraverso sistemi di videosorveglianza in diversi punti vendita della società. Nel corso dell’istruttoria è emerso infatti che la società, presente in Italia con oltre 160 negozi, non aveva rispettato la normativa in materia di controllo a distanza, la quale prevede che l’installazione di impianti audiovisivi non possa avvenire in assenza di un accordo con i rappresentanti dei lavoratori o di una autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro, procedure indispensabili anche per bilanciare la sproporzione esistente tra la posizione datoriale e quella di lavoratore.

La società aveva giustificato l’installazione delle apparecchiature con la necessità di difendersi da furti e di garantire la sicurezza dei dipendenti e del patrimonio aziendale, evitando accessi non autorizzati.

Gli accertamenti del Garante privacy hanno evidenziato che tutti i negozi erano dotati di almeno 3 videocamere, attive 24 ore al giorno 7 giorni su 7, nelle aree riservate ai lavoratori e ai fornitori. Nei punti vendita più grandi arrivavano fino a 27. Le immagini venivano conservate 24 ore e poi sovrascritte. In numerosi punti vendita l’installazione dei sistemi di videosorveglianza non aveva però, come detto, rispettato la normativa in materia di controllo a distanza. Non è sufficiente infatti, ha sottolineato il Garante, limitarsi ad informare gli interessati della presenza dell’impianto e del suo funzionamento attraverso informative affisse nelle zone antistanti quelle oggetto di ripresa.

Tenuto conto del numero rilevante di dipendenti coinvolti (oltre 500), il fatto che la violazione ha riguardato diversi punti vendita, e la violazione delle norme in materia di controllo a distanza (assenza di autorizzazione o di accordo con le rappresentanze sindacali e trattamenti effettuati in violazione della autorizzazione rilasciata o dell’accordo), il Garante privacy ha comminato alla società una sanzione di 50 mila euro.

Link al documento: https://www.gpdp.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9880398

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SI’ AGLI INCARICHI AI PENSIONATI PER AFFIANCAMENTO E FORMAZIONE AL PERSONALE NEO ASSUNTO – CORTE DEI CONTI LIGURIA DELIBERA N. 66/2023

SI' AGLI INCARICHI AI PENSIONATI PER AFFIANCAMENTO E FORMAZIONE AL PERSONALE NEO ASSUNTO - CORTE DEI CONTI LIGURIA DELIBERA N. 66/2023

Comune di Campomorone (GE): l’Ente chiede se l’art. 5, co. 9, decreto-legge n. 95/2012, nella parte in cui vieta di attribuire incarichi di studio e di consulenza a soggetti già lavoratori privati ​​o pubblici collocati in quiescenza (salvo che si tratti di incarichi a titolo gratuito), trovi applicazione con riguardo ad un incarico a titolo oneroso conferito ad un dipendente in quiescenza avente ad oggetto l’attività di formazione operativa e primo affiancamento del personale neo-assunto privo di pregressa esperienza nello svolgimento delle mansioni assegnate. La Sezione ha ritenuto, in adesione al consolidato orientamento della giurisprudenza contabile e amministrativa circa il carattere tassativo delle fattispecie rientranti nell’ambito di applicazione del divieto – non suscettibili di applicazione analogica o interpretazione estensiva –, che l’attività in questione non costituisca incarico di studio o di consulenza, ferma restando la necessità di rispettare i limiti posti dall’art. 7, co. 6, d.lgs. N. 165/2001.

Link al documento: https://banchedati.corteconti.it/documentDetail/SRCLIG/66/2023/PAR

Attacco hacker Asl Abruzzo, Garante: scaricare i dati è un reato – Garante della Privacy comunicato del 18.05.2023

Attacco hacker Asl Abruzzo, Garante: scaricare i dati è un reato - Garante della Privacy comunicato del 18.05.2023

In riferimento al recente attacco hacker subito dalla Asl 1 Abruzzo, il Garante per la protezione dei dati personali ricorda che chiunque entri in possesso o scarichi i dati pubblicati sul dark web da organizzazioni criminali – e li utilizzi per propri scopi o li diffonda on-line, sui social network o in altro modo – incorre in condotte illecite che possono, nei casi previsti dalla legge, costituire reato. 

Un reato questo ancora più odioso, perché riguarda dati sanitari, quali in particolare  informazioni su patologie e cure mediche di persone in condizioni di vulnerabilità e fragilità.

L’Autorità avverte pertanto di non scaricare dal dark web e non condividere con terzi gli archivi potenzialmente riconducibili alla Asl 1 Abruzzo.

Link al documento: https://www.garanteprivacy.it/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9888360